Mentre la primavera scoppia e splende fuori, in questo periodo sotto l'intensa fatica dello studio si cammina pian pianino, quasi a tentoni, verso Dio. Se lo perdi di vista c'è qualcosa che te Lo richiama. Anche solo la pratica che nella mia classe è ormai diffusa: "Prega per me che riesca a studiare!" "Prega Dio che riesca a finire italiano!"
Quasi ogni giorno quando esco dalla classe vengo sommersa da queste richieste che, nel mio piccolo e con la mia scarsa memoria, cerco di soddisfare. Sono davvero sicuri che funzioni, e già questo mi lascia a bocca aperta: hanno fede! Ma la cosa che davvero mi lascia esterrefatta è che questi miei compagni abbiano capito che la scuola, lo studio, lo sport, insomma ogni loro momento non esula dall'interesse di Dio: mentre studi Dio ti guarda benigno, mentre dormi uguale, mentre sei interrogato pure. Vero è che spesso è la paura che ti fa rivolgere a Dio; verrebbe quasi da dire: -non vale!-, ma come diceva Sant'Agostino, "la preghiera più grande è il desiderio" e sono ben pochi i motivi per cui si vuole ardentemente una cosa oltre che la strizza...
Non far sapere troppo in giro o Mauro ti riterrà una professionista della preghiera e ti farà pregare anche per lui...
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