venerdì 14 gennaio 2011

Sul riconoscersi ridicoli



Oggi era giorno prefissato per la consueta lezione di corpore sano ovvero taekwondo e dunque mi recai alla palestra sebbene non molto entusiasta. Negli spogliatoi non c'è nessuno. Comincio a farmi qualche domanda. Va bè. Sono sempre in ritardo, arriveranno tra un po'. Mi cambio e continua a non esserci nessuno. Esco e mi piazzo davanti alla sala dove ci alleniamo, dalla quale non esce nessuno. Dubbi. Beh, iniziamo sempre con 10 minuti di ritardo, potrebbe essere normale. Attendo. Intanto c'è qualcuno che ha messo su la musica di Braveheart. Alle 7.10 (la lezione inizia alle 7) busso e sbircio: non c'è nessuno. Oè! Che non mi hanno avvertito che non c'era? O hanno cambiato stanza? Aspetto altri 5 minuti, poi chiedo: sapete mica se c'è la lezione di taekwondo? Risposta: penso di sì, a noi non hanno detto niente quindi dovrebbe esserci... Ma non c'è nessuno. Mi stufo, vado negli spogliatoi, mando un messaggio perchè mi vengano a prendere, mi ricambio, vado in corridoio ad aspettare. Cammino su e giù, agitata da pensieri un po' scocciati nel corridoio dipinto di arancione. Su e giù su e giù. A un certo punto mi fermo e mi rendo conto di quanto è ridicola la situazione e scoppio quasi a ridere (e la cosa sarebbe stata ancora più ridicola se qualcuno mi avesse visto ridere così da sola). Insomma o non sono venuti per la nebbia o sono l'unica scema che non hanno avvertito. L'unica che si sono dimenticati di avvertire è proprio quella che non aveva nessuna voglia di venire in palestra e che così si becca pure la beffa. La cosa è comica!

 OO
  U

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