venerdì 28 gennaio 2011

La clemenza



William Shakespeare, Il mercante di Venezia, atto IV, scena I



La clemenza per sé non mai soggiace
a costrizione; essa scende dal cielo
come pioggia gentile sulla terra
due volte benedetta:
perché benefica chi la riceve
come chi la dispensa. Presso i grandi
più che altrove potente, del monarca
adorna il capo meglio d'un diadema;
ché se lo scettro è segno
della terrena sua forza e potere,
attributo d'altezza e maestà,
ma anche sede della soggezione
e del timore che ispirano i re,
la clemenza è potere che trascende
la maestà scettrata,
il suo trono è nel cuore dei sovrani,
è un attributo dello stesso Dio;
e al potere di Dio quello terreno
si fa simile quando la clemenza
mitiga in esso il rigor della legge.
Perciò, Giudeo, se pur la tua pretesa
sia conforme alla legge, pensa a questo:
che nessuno di noi si salverebbe
se giudicato secondo giustizia.
Preghiamo Dio invocando clemenza,
e ciò ci deve tutti ammaestrare

a infondere clemenza nei nostri atti.

   

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