mercoledì 5 gennaio 2011

Belgirate, chiesa vecchia: un pezzetto di Paradiso anche lì

Sperduto sulla cima di un paesino sul lago maggiore c'è una chiesetta abbastanza vecchia da essere considerata un luogo sfruttabile per il turismo, benchè non contenga eccezionali opere d'arte o vi si noti la mano di artisti famosi. Anzi: è tutto anonimo, probabilmente dipinto da artisti di maestranze del paese stesso o comunque di centri un po' più importanti ma vicini. è un esempio di architettura ( e pittura) rurale: in chi l'ha costruita e dipinta infatti si vedono benissimo la mentalità, la semplicità, la logica e la capacità della gente di un piccolo paese, senza maestri nè geni, ma piena di gente desiderosa di costruire una bella casa a Dio. E così bella lo è diventata: le pareti, pitturate e ripitturate presentano affreschi di epoche diverse. In tutte però emerge la stessa semplicità: i colori sono pochi, piatti e non troppo ricercati, le linee essenziali. In una scena di crocifissione i volti di Gesù, della Madonna e di San Giovanni sono dolci ed esprimono i sentimenti che, infine, tutti gli uomini, maestri o no, possono pensare fossero stampati in loro. In questa stessa scena e in un affresco ormai troppo rovinato per riconoscerlo, noto lo stesso particolare: sullo sfondo affiora il paesino stesso, quello per cui Cristo è morto sulla croce, a cui ha dato speranza e su cui veglia. Mi è sempre piaciuto questo aspetto: riconoscere e ricordarsi che Dio è nato, vissuto, morto e risorto, è interessato a tutti noi. Dietro all'altare c'è un dipinto con una Natività: spicca un re magio che si china sul Bambino con un'espressione di stupore e adorazione, di quella possibile solo a chi ha visto la Bellezza. E infine, in un angolo, c'è il meglio: un Gesù Bambino (grassottello da quanto poi mi hanno detto), assiso su una nuvola con al di sotto Maria e Giuseppe (penso) che vengono irradiati da due raggi. Il Suo Volto è così bello che mi son fermata almeno 5 minuti a contemplarlo, e non volevo staccarmene. è dolce e gioioso; calmo, sorridente ma nel contempo ripieno di gloria immensa. Sembrava dicesse: "Io vinco". Ma non con superbia: come per dire: Io vinco, non ti preoccupare, non aver paura: Io vinco.
E meno male.

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