domenica 28 novembre 2010

Colletta alimentare

Perchè lavorare 2 ore invece di studiare o rilassarsi per sentirsi dire: "No grazie!" o un brusco semplice "No!" oppure per sentirsi ignorati da gente che non ti guarda nemmeno passando? Oppure, è vero, anche per sentirsi dire "Sì..." o, ancora meglio, "Sì grazie!", per vedere gente che tende la mano per ricevere il sacchetto ancor prima che tu lo domandi, o che ti viene a cercare addirittura per riceverlo. Per spiegare a quelli che ti guardano con sguardo smarrito che non è un volantino  di informazione, ma l'occasione di un dono. Il dare il sacchetto a uno che non ne sa niente e cade dalle nuvole e anche questo occasione di un grande bene: magari si incuriosirà e chiederà. E a chi chiede: "Perchè devo fare questa colletta? Do i soldi, perchè devo dare cibo?" si risponde: "Per dare un aiuto concreto adesso", mentre si pensa "è vero.. come mai fare così?" e ci si fa un bell'esame dei motivi che animano ogni nostra azione. Vedere molti musulmani che danno (la carità appartiene all'uomo credente) discutere e spiegare.
Mentre molti che passano sembrano trascinata dalla corrente di un fiume che impedisce loro di fermarsi e capire quello che sta succedendo, qualcuno prende il sacchetto, non capisce, chiede, entra all'esselunga, compra qualcosa solo per la colletta e te lo porta chiedendo a chi deve darlo. Questo mi è successo con un ragazzo e ci sono rimasta davvero di sasso. E probabilmente lui non si sarà reso conto di quello che ha fatto. Non solo ha voluto fermarsi a capire ciò che gli succedeva, ciò che gli avevamo proposto, ma ha anche intravisto per lui qualcosa di buono e bello, che penso gli abbia alleggerito il portafoglio e riempito  un po' di più l'anima.
E arrivata a casa ho abbracciato tutta la famiglia, sentendomi come Ulisse che torna a casa dopo aver a lungo errato.
 

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