sabato 18 dicembre 2010

Domenica in festa

"Eravamo poveri, ma all'imbrunire del sabato, quando appariva la prima stella, tutto parlava di festa. I nonni e i papà si radevano la barba ed era pronta la camicia bianca.
Un falso concetto di semplicità e familiarità ci ha portato in questi anni a trattare il Signore con troppa disinvoltura. La norma per molti, oggi,è giacca e cravatta per l'ufficio, e pantofole o tenuta da riposo per la domenica. Per leggere una lettura nella Messa al cospetto dell'Altissimo tutto può andare bene.
Alla domenica mi vesto da festa prima di tutto per Dio, perchè mi presento davanti a tutto il Paradiso.
La ricchezza e il benessere rendono gli uomini "festaioli", ma incapaci di essere in festa. Il mettersi a tavola, alla domenica, dovrebbe avere la caratteristica della festa. La liturgia non è un momento isolato della giornata: tutto ormai per noi dev'essere vissuto liturgicamente. Si tratta di una grande presa di coscienza sullo scopo della nostra vita. Siamo stati creati per la festa, e la domenica è segno-sacramento-anticipo della domenica senza tramonto.
Nel giorno del Signore deve avere il primato il tu-per-tu, il rapporto con Dio e con i fratelli. Questo è anche il senso della cessazione del lavoro.
Il termometro di un cristiano, di una comunità, di una famiglia, è la domenica.
Dobbiamo uscire dalla Messa con la faccia della gioia perchè abbiamo incontrato il Creatore della festa!"

Domenico Machetta, Le luci del sabato

  

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