venerdì 28 settembre 2012

L'epico nel quotidiano: in motorino


Dopo essermi goduta per la seconda volta in 4 giorni uno dei più bei film mai fatti e direi il più bel film di animazione (assieme ad Up) di tutti i tempi, ovvero "How to train your dragon", ed essermi scaricata la quasi totale colonna sonora, ho notato che un commento su youtube recitava all'incirca così: "questa musica mi ha fatto pensare che vivo in mondo noioso e vorrei avere delle grandi avventure come Hiccup (il protagonista) [...]". Appena letto il mio cuore di sostenitrice dell'"epicità" della vita si è ribellato. Tuttavia dopo un po' che ci pensavo ho vacillato: in effetti c'è un po' di differenza tra il prendere il tram all'ultimo a Torino e volare nei cieli su un drago. Ebbene, Dio ha subito provveduto a spazzare via le falsità. Infatti oggi, dopo aver aspettato in stazione e al freddo il treno in ritardo, aver preso un treno lentissimo, aver aspettato un po' per l'inizio di un corso, aver aspettato il tram e aver aspettato di nuovo dove dovevo firmare il contratto per l'appartamento a Torino (ero proprio stufa di aspettare e mi ero annoiata un bel po'), ecco che la realtà inaspettatamente mi ha colpito. Qualcuno di voi saprà già che io non ho mai preso un motorino tranne che per quel famoso glorioso giro di 3 minuti sul gilera 125 di papà. Non ho mai fatto viaggi in moto (incredibile, dirà qualcuno). Embè, l'aver aspettato tanto ha lungo ha certo favorito la bellezza di quello che è venuto dopo: infatti il responsabile mi chiede se voglio passare a vedere l'appartamento: lui ci sta andando perchè gli altri ragazzi quel giorno vanno via. Per me va bene, e dopo diciamo 10 minuti di altri contratti, circa 25 telefonate, vari ed eventuali, mentre io spero che non si vada in bus, che se no mi tocca fare un altro biglietto e mi chiedo se andremo in auto, ci prepariamo ad uscire. Io gli tengo la porta aperta e lui dice: prendo solo questi, e tira fuori due caschi. Stupore e spavento: già non sono quasi mai salita su una moto, poi girarci a Torino! Allaccio il casco e penso che quello è un cattolico, è in gamba ed è in adempimento del suo importante lavoro, quindi lo accompagna di sicuro il favore divino, perciò non mi preoccupo più. Partiti; vento, velocità, auto, semafori, buchi. "Scusa - dice lui non avendo potuto evitarli - ma non l'ho votato io Fassino". Rido. E quindi sfrecciamo tra il traffico torinese, mentre io mi godo il sole, la velocità e il vento che mi soffia in faccia: è bellissimo, e non mi meraviglierei affatto se lo scooter ad un certo punto si alzasse da terra e volasse. Andare in motorino è una cosa avventurosa, solo che ho potuto accorgermene perchè non l'avevo mai fatto. L'abitudine offusca la verità. Ma la cosa più bella è stata il fatto di lasciar guidare con completa fiducia e di conseguenza tranquilli, in pace e felici, uno che la strada e Torino la conosceva. Il che mi ha fatto riflettere su come sarei serena se abbandonassi del tutto la mia vita nelle mani di Dio, che ne sa un poco di più.
Evviva gli scooter!

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